In occidente è estremamente difficile ci siano le garanzie di una effettiva comprensione del Buddhismo, essendo, quello spacciato come tale, una deformazione attraverso lenti hippy/new-age/post-occultiste.
L'uso che si fa delle dottrine buddhiste, in ambienti che si proclamano tali, è a dir poco osceno, immorale e irreligioso, e il commercio che se ne fà, qui in occidente, nasconde ovviamente un desiderio di avidità di denaro che fa impallidire qualunque altra istituzione o organizzazione religiosa che faccia lo stesso o la si accusi di ciò.
L'immoralità degli ambienti occidentali che si proclamano buddhisti è data dalla presenza all'interno di organizzazioni buddhiste di individui che spacciano il proprio comportamento dissoluto, maleducato e violento come condotta buddhista, spingendo chi entra in ultimo a compiere a loro volta atti di violenza, o addirittura peggio a fare uso di sostanze stupefacenti o a lasciarsi andare allo sfruttamento della prostituzione.
Oltre a ciò, vi è di osceno l'assembramento di individui di dichiarato orientamento omosessuale, che arrivando al limite del disprezzo totale, insultano e discriminano la donna nella sua femminilità al punto da paragonarla a meretrici; ed in più usando modi e parole equivoci o meno nei confronti degli altri membri di differente orientamento sessuale al punto da essere vere e proprie molestie.
Inoltre, in alcune organizzazioni che si proclamano buddhiste, vige un associazionismo di tipo settario che arriva fino al punto del vero e proprio lavaggio del cervello, tanto da indurre le persone più deboli, che malauguratamente vi capitano, a non poter più far a meno di queste organizzazioni e avvolte portandole al suicidio.
Per finire, praticamente in ogni luogo dove sorge una di queste organizzazioni vigono due regole, una è dover pagare ogni cosa, dalle lezioni del maestro (che dovrebbero essere gratuite, perché il Buddha non vendeva i suoi insegnamenti, ma viveva di elemosina) ad anche un semplice bicchiere d'acqua, e poi dover venerare il maestro come una divinità (cosa anche questa contraria agli insegnamenti buddhisti, perché il Buddha disse sempre di non essere un dio).