In tutti i sutra si
trovano allusioni o specifiche indicazioni al Nenbutsu. Fin da prima che il
Mahayana diventasse un movimento di cospicua grandezza o ancora prima che
nascesse, il Nenbutsu esisteva già come insegnamento contenuto in un numero
imprecisato di sutra. Qui citerò solo i più importanti.
Nell'Avatamsaka
sutra, ovvero il Sutra della Ghirlanda, se ne parla già dal primo capitolo, che
dice:
"Il
Bodhisattva recita il nome del Buddha
e comprende il
Dharma grazie alla sua luce celeste."
Il nome del Buddha
è ovviamente il Nenbutsu, che è conosciuta più specificatamente nella formula
di "NAMU AMIDA BUTSU", e già duecento anni prima di cristo era
conosciuta con il termine Buddhanumsriti, e praticata in India da un
innumerevole numero di fedeli sia monaci che laici.
Ancora il Sutra
della Ghirlanda più avanti dice:
"Se ogni
essere vivente vede il corpo del Buddha,
ascolta il suo Nome
e loda le sue virtù,
saranno tutti
capaci di sfuggire alle pene e ai mali di nascita e morte."
Qui parla di
ascoltare il nome del Buddha, e come prima si riferisce ovviamente al Nenbutsu.
Più avanti sempre lo stesso sutra dice ancora:
"Ascoltando il
nome del Buddha e venendo toccati dalla luce del Buddha
tutti gli esseri
viventi possono raggiungere l'illuminazione."
In questo passo
cita anche la luce del Buddha insieme al nome, importante perché è una delle
caratteristiche del Buddha Amida che come si sa è il Buddha della Luce
Infinita. In molti altri passi questo sutra cita il Nenbutsu e Amida, e
non deve sorprendere che lo stesso Shinran citava spesso questo importante
sutra nei suoi scritti, lettere ai discepoli e commentari.
Anche il Sutra del
Loto, che alcune scuole usano con prepotenza a loro esclusivo monopolio, in
realtà cita spesso il Nenbutsu come pratica ufficiale del Buddhismo. Ecco un
passo da questo sutra:
“Io ricordo tali
persone, venire al mondo e completare la Via del Buddha, per mezzo della
profonda mente del Nenbutsu, conseguentemente coltivando e mantenendo i puri
precetti”.
E ancora:
“Tutti questi mali,
conseguentemente annunciando il decreto del Nenbutsu, tutti dobbiamo
sopportarli come un’impresa”.
E poi:
“[Il
bodhisattva] non entri da solo in casa altrui. Se c’è una ragione in
conseguenza di cui è necessario che entri da solo per un periodo,
semplicemente con mente sincera reciti il Nome del Buddha”.
Non deve comunque
sorprendere che nel Sutra del Loto si parli del Nenbutsu, dato che per secoli
Tien-Tai il fondatore del Tendai cinese e poi Dengyo il fondatore del Tendai
giapponese abbiano praticato il Nenbutsu per tutta la loro vita, e non è vero,
come sostengono alcuni, che questa pratica fu inserita successivamente nel
Tendai giapponese dopo la morte di Dengyo, queste sono falsità create ad arte
per strumentalizzare il Sutra del Loto da parte di alcune scuole che hanno
avuto per secoli l'abitudine di falsificare il contenuto di questo sutra per i
loro oscuri scopi. Oltre ai passi sopra citati il Sutra del Loto contiene molti
altri riferimenti al Nenbutsu ed al Buddha Amida stesso.
Nella versione
sanscrita del Sutra del Loto, nel capitolo dedicato al bodhisattva
Avalokitesvara, è scritto:
"Il Buddha Amitabha
seduto sul seggio regale nel centro dell'immacolato cuore del loto splende come
un re nella sua corte. Accumulando meriti recitando il suo Nome che io possa
rapidamente diventare come Lui".
E ancora, nel
capitolo dedicato al bodhisattva Re della Medicina del Sutra del Loto è
scritto:
"Se dopo
l'estinzione del Buddha Shakyamuni, negli ultimi cinquecento anni dell'era
della fine del Dharma, ci sarà qualcuno che ascolterà questo Sutra e agirà
secondo il suo insegnamento, alla fine della sua vita rinascerà nella Terra
Pura dove dimora Amitabha".
Non c'è altro da
dire!
Gassho
NAMU AMIDA BU
NAMU AMIDA BU
NAMU AMIDA BUDDHA