mercoledì 12 agosto 2015

Zazen o nenbutsu o altro ...?

Molti credono che il maestro Dogen escludesse a priori l'esecuzione di altre pratiche all'infuori dello Zazen, ma è uno sbaglio, lui proponeva una pratica incentrata sulla meditazione, ma non escludeva altre pratiche come il recitare i sutra o il Nenbutsu. Non c'è da stupirsi comunque perché questo fraintendimento è dovuto alle cattive, anzi pessime traduzioni che circolano dei sui scritti. Ma andiamo con calma! Eccovi tre frasi del Bendowa tradotte direttamente dal giapponese classico.

"Oltre che lo zazen, anche bruciare incenso, inchinarsi, recitare il Nenbutsu, dominare se stessi, fare confessione, recitare i sutra sono il metodo di pratica da adottare".

"Sicuramente leggere i sutra e recitare il Nenbutsu avvicinano all'illuminazione per la legge di causa ed effetto e danno naturalmente la certezza di realizzarla".

"Anche leggere i sutra, recitare il Nenbutsu e altre pratiche compiute come pratica quotidiana si rivelano occasione di guadagno di meriti e virtù".

Le traduzioni dello Shobogenzo che circolano da noi in Italia sono tutte basate su traduzioni inglesi pessime e anzi oso dire delinquenziali, perché nella più famosa tra queste edita qui da noi nel nostro paese, a questi tre passi dell'opera di Dogen è stato aggiunto un senso negativo che nell'originale giapponese non c'é! Come è possibile ciò?
Facile! Oggi si gioca ai settarismi, cioè alle divisioni tra scuole e suddivisioni di vario genere del tipo "Quello è lo Zen, questo è lo Shingon, questa e la Terra Pura", ma tutto questo in realtà non ha senso! Un detto proprio dello "Zen" dice,
"Chi parla di scuole o sette o divisioni o separazioni del Dharma è un demone!" Proprio così! Coloro che fanno discorsi su ipotetici insegnamenti settari o di scuole esclusive come lo Zen e la Terra Pura o altre, è una persona che mira alla distruzione del Dharma e del vero Buddhismo. Non esistono sette o scuole diverse o esclusive, come non esistono pratiche esclusive tipo "solo zazen" o "solo nenbutsu", il Buddhismo è una sola e unica cosa, e le divisioni settarie come quelle presenti oggi nella testa di moltissima gente (che dice di praticare il Buddhismo) in realtà lo uccidono!

sabato 27 giugno 2015

Pratica Non-Pratica

La vera realtà ultima (Shinnyo) è la stessa sostanza di tutta l'esistenza. Poiché i Bodhisattva compiono pratiche per cui realizzano in un istante che la loro essenza è la realtà ultima, le loro pratiche sono in effetti delle non-pratiche. Compiere pratiche mentre si è consapevoli che esse sono delle non-pratiche è chiamato: "praticare in accordo con il Dharma".
- Shinran Shonin -

mercoledì 24 giugno 2015

Le parole del Buddha

"Amici, non siate impazienti di credere a una cosa anche se tutti gli altri la ripetono, o se è nei sacri testi o, ancora, affermata da un maestro riverito dal popolo. Accettate solo ciò che si accorda con il vostro giudizio, ciò che i saggi e i virtuosi condividono, ciò che reca realmente frutto e felicità".
- Kamala Sutta -

domenica 21 giugno 2015

Il monaco errante

Sokan Obara è un monaco giapponese che all'indomani dello tsunami del 11 Marzo 2011, percorse a piedi i luoghi della tragedia, pregando per le vittime le cui vite furono spezzate dal maremoto di quattro anni fa.
Namu Amida Bu
Namu Amida Bu
Namu Amida Budda


sabato 13 giugno 2015

Tutti i sutra insegnano il Nenbutsu

In tutti i sutra si trovano allusioni o specifiche indicazioni al Nenbutsu. Fin da prima che il Mahayana diventasse un movimento di cospicua grandezza o ancora prima che nascesse, il Nenbutsu esisteva già come insegnamento contenuto in un numero imprecisato di sutra. Qui citerò solo i più importanti.

Nell'Avatamsaka sutra, ovvero il Sutra della Ghirlanda, se ne parla già dal primo capitolo, che dice:

"Il Bodhisattva recita il nome del Buddha 
e comprende il Dharma grazie alla sua luce celeste."

Il nome del Buddha è ovviamente il Nenbutsu, che è conosciuta più specificatamente nella formula di "NAMU AMIDA BUTSU", e già duecento anni prima di cristo era conosciuta con il termine Buddhanumsriti, e praticata in India da un innumerevole numero di fedeli sia monaci che laici.

Ancora il Sutra della Ghirlanda più avanti dice:

"Se ogni essere vivente vede il corpo del Buddha, 
ascolta il suo Nome e loda le sue virtù,
saranno tutti capaci di sfuggire alle pene e ai mali di nascita e morte."

Qui parla di ascoltare il nome del Buddha, e come prima si riferisce ovviamente al Nenbutsu. Più avanti sempre lo stesso sutra dice ancora:

"Ascoltando il nome del Buddha e venendo toccati dalla luce del Buddha
tutti gli esseri viventi possono raggiungere l'illuminazione."

In questo passo cita anche la luce del Buddha insieme al nome, importante perché è una delle caratteristiche del Buddha Amida che come si sa è il Buddha della Luce Infinita. In molti altri passi questo sutra cita il Nenbutsu e Amida, e non deve sorprendere che lo stesso Shinran citava spesso questo importante sutra nei suoi scritti, lettere ai discepoli e commentari.

Anche il Sutra del Loto, che alcune scuole usano con prepotenza a loro esclusivo monopolio, in realtà cita spesso il Nenbutsu come pratica ufficiale del Buddhismo. Ecco un passo da questo sutra:

“Io ricordo tali persone, venire al mondo e completare la Via del Buddha, per mezzo della profonda mente del Nenbutsu, conseguentemente coltivando e mantenendo i puri precetti”.

E ancora:

“Tutti questi mali, conseguentemente annunciando il decreto del Nenbutsu, tutti dobbiamo sopportarli come un’impresa”.

E poi:

“[Il bodhisattva] non entri da solo in casa altrui. Se c’è una ragione in conseguenza di cui è necessario che entri da solo per un periodo, semplicemente con mente sincera reciti il Nome del Buddha”.

Non deve comunque sorprendere che nel Sutra del Loto si parli del Nenbutsu, dato che per secoli Tien-Tai il fondatore del Tendai cinese e poi Dengyo il fondatore del Tendai giapponese abbiano praticato il Nenbutsu per tutta la loro vita, e non è vero, come sostengono alcuni, che questa pratica fu inserita successivamente nel Tendai giapponese dopo la morte di Dengyo, queste sono falsità create ad arte per strumentalizzare il Sutra del Loto da parte di alcune scuole che hanno avuto per secoli l'abitudine di falsificare il contenuto di questo sutra per i loro oscuri scopi. Oltre ai passi sopra citati il Sutra del Loto contiene molti altri riferimenti al Nenbutsu ed al Buddha Amida stesso.

Nella versione sanscrita del Sutra del Loto, nel capitolo dedicato al bodhisattva Avalokitesvara, è scritto:

"Il Buddha Amitabha seduto sul seggio regale nel centro dell'immacolato cuore del loto splende come un re nella sua corte. Accumulando meriti recitando il suo Nome che io possa rapidamente diventare come Lui".

E ancora, nel capitolo dedicato al bodhisattva Re della Medicina del Sutra del Loto è scritto:

"Se dopo l'estinzione del Buddha Shakyamuni, negli ultimi cinquecento anni dell'era della fine del Dharma, ci sarà qualcuno che ascolterà questo Sutra e agirà secondo il suo insegnamento, alla fine della sua vita rinascerà nella Terra Pura dove dimora Amitabha".

Non c'è altro da dire!

Gassho

NAMU AMIDA BU
NAMU AMIDA BU
NAMU AMIDA BUDDHA



mercoledì 27 maggio 2015

Vita e Morte

Sbocciano i boccioli dei fiori
quando sarà autunno appassiranno
la loro decadenza è nella loro bellezza
come la mia morte
è già nella mia vita che passa.

- Ippen -

Profondità della mente

Se sopravvivo soltanto io
non ci sarà nessuno che conoscerà
la profondità della mente
ne ci sarà nessuno che potrà raccontare
di tutti quelli che sono andati e venuti.

- Ippen -

Libero dai pensieri

Avendo gettato via il corpo
e scartato la mente
entrambi messi da parte
dimoro in un mondo libero dai pensieri
e con mente chiara
in queste nere maniche da monaco.

- Ippen -

domenica 17 maggio 2015

Attaccamento

Il discepolo disse al maestro: "La luce della saggezza del Buddha illumina tutto il mondo".

Il maestro chiese: "Stai citando i sutra, non è vero?".

Il discepolo rispose: "Sì!".

Il maestro allora disse: "Sei perduto! Il pesce avido apre la bocca quando vede l'amo".

La conoscenza

La conoscenza è incomunicabile, e l'esperienza mistica tesa verso questa conoscenza è un'esperienza individuale e incomunicabile anch'essa. Uno non può fare il cammino per qualcun'altro, e allo stesso tempo non vi sono strumenti che devono essere considerati insostituibili per quell'esperienza mistica. Le scritture, i riti e quant'altro non sono che accessori, e non possono diventare da oggetti a soggetti, come presempio succede nel Cristianesimo, altrimenti si crea un'altra forma di attaccamento.

giovedì 14 maggio 2015

Proverbio Zen

Quando una persona racconta una bugia,
innumerevoli altri la ripetono come verità.

domenica 8 febbraio 2015

Fine d'anno

Suono della grande campana (O-Bonsho) del Tempio Chion-in a fine anno,
e recitazione del Nenbutsu.

NAMU AMIDA BU
NAMU AMIDA BU
NAMU AMIDA BUDDHA


Non-Conoscenza

Nello Zen non c'è niente da spiegare, niente da insegnare, che si aggiunga alla tua conoscenza. A meno che non nasca dall'interno, nessuna conoscenza è veramente tua, è soltanto un piumaggio preso in prestito.
- D. T. Suzuki -

Tutto o niente

Cianciare di Buddha e Dharma è un'offesa a entrambi!
Perché rompere la quiete parlando del silenzio?
Perché discriminare la realtà dandole un nome?
- Sheng Tsing -