sabato 13 giugno 2015

Tutti i sutra insegnano il Nenbutsu

In tutti i sutra si trovano allusioni o specifiche indicazioni al Nenbutsu. Fin da prima che il Mahayana diventasse un movimento di cospicua grandezza o ancora prima che nascesse, il Nenbutsu esisteva già come insegnamento contenuto in un numero imprecisato di sutra. Qui citerò solo i più importanti.

Nell'Avatamsaka sutra, ovvero il Sutra della Ghirlanda, se ne parla già dal primo capitolo, che dice:

"Il Bodhisattva recita il nome del Buddha 
e comprende il Dharma grazie alla sua luce celeste."

Il nome del Buddha è ovviamente il Nenbutsu, che è conosciuta più specificatamente nella formula di "NAMU AMIDA BUTSU", e già duecento anni prima di cristo era conosciuta con il termine Buddhanumsriti, e praticata in India da un innumerevole numero di fedeli sia monaci che laici.

Ancora il Sutra della Ghirlanda più avanti dice:

"Se ogni essere vivente vede il corpo del Buddha, 
ascolta il suo Nome e loda le sue virtù,
saranno tutti capaci di sfuggire alle pene e ai mali di nascita e morte."

Qui parla di ascoltare il nome del Buddha, e come prima si riferisce ovviamente al Nenbutsu. Più avanti sempre lo stesso sutra dice ancora:

"Ascoltando il nome del Buddha e venendo toccati dalla luce del Buddha
tutti gli esseri viventi possono raggiungere l'illuminazione."

In questo passo cita anche la luce del Buddha insieme al nome, importante perché è una delle caratteristiche del Buddha Amida che come si sa è il Buddha della Luce Infinita. In molti altri passi questo sutra cita il Nenbutsu e Amida, e non deve sorprendere che lo stesso Shinran citava spesso questo importante sutra nei suoi scritti, lettere ai discepoli e commentari.

Anche il Sutra del Loto, che alcune scuole usano con prepotenza a loro esclusivo monopolio, in realtà cita spesso il Nenbutsu come pratica ufficiale del Buddhismo. Ecco un passo da questo sutra:

“Io ricordo tali persone, venire al mondo e completare la Via del Buddha, per mezzo della profonda mente del Nenbutsu, conseguentemente coltivando e mantenendo i puri precetti”.

E ancora:

“Tutti questi mali, conseguentemente annunciando il decreto del Nenbutsu, tutti dobbiamo sopportarli come un’impresa”.

E poi:

“[Il bodhisattva] non entri da solo in casa altrui. Se c’è una ragione in conseguenza di cui è necessario che entri da solo per un periodo, semplicemente con mente sincera reciti il Nome del Buddha”.

Non deve comunque sorprendere che nel Sutra del Loto si parli del Nenbutsu, dato che per secoli Tien-Tai il fondatore del Tendai cinese e poi Dengyo il fondatore del Tendai giapponese abbiano praticato il Nenbutsu per tutta la loro vita, e non è vero, come sostengono alcuni, che questa pratica fu inserita successivamente nel Tendai giapponese dopo la morte di Dengyo, queste sono falsità create ad arte per strumentalizzare il Sutra del Loto da parte di alcune scuole che hanno avuto per secoli l'abitudine di falsificare il contenuto di questo sutra per i loro oscuri scopi. Oltre ai passi sopra citati il Sutra del Loto contiene molti altri riferimenti al Nenbutsu ed al Buddha Amida stesso.

Nella versione sanscrita del Sutra del Loto, nel capitolo dedicato al bodhisattva Avalokitesvara, è scritto:

"Il Buddha Amitabha seduto sul seggio regale nel centro dell'immacolato cuore del loto splende come un re nella sua corte. Accumulando meriti recitando il suo Nome che io possa rapidamente diventare come Lui".

E ancora, nel capitolo dedicato al bodhisattva Re della Medicina del Sutra del Loto è scritto:

"Se dopo l'estinzione del Buddha Shakyamuni, negli ultimi cinquecento anni dell'era della fine del Dharma, ci sarà qualcuno che ascolterà questo Sutra e agirà secondo il suo insegnamento, alla fine della sua vita rinascerà nella Terra Pura dove dimora Amitabha".

Non c'è altro da dire!

Gassho

NAMU AMIDA BU
NAMU AMIDA BU
NAMU AMIDA BUDDHA



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